Tregnaghi NEWS

Dialogo tra un bambino e il vecchio ...

Il bambino chiese:
“Sul calcio ti ho fatto   tante domande, ma vorrei fartene una ancora…vorrei che tu mi parlassi dell’allenatore.”
Il vecchio rispose:
“Non ti parlerò della parte puramente tecnica…cosa che invece farò più ampiamente è parlare della parte umana…del rapporto che l’allenatore deve avere con tutti i ragazzi, poiché ogni ragazzo deluso diventa un seme infelice nelle mani del vento.
L’allenatore deve far si che lo spogliatoio sia sempre fatto di scambi di idee e di gioia. Deve conoscere insieme il cuore e l’anima di ogni ragazzo per essere apprezzato.
Non di meno deve conoscere il campo ed il pallone, come la terra conosce la radice degli alberi.
Non deve far mancare serenità e soavità al gruppo, come l’orante non fa mancare il suono dell’organo alle preghiere.
Pur rispettando il tempo e il peso del lavoro, non deve far diminuire la gioia nel gruppo, perché fin quando l’entusiasmo disseta, la volontà non viene mai meno.
Come uno specchio, solo così riuscirà a dare ancora più luce di quella che prende.
L’allenatore deve avere la forza di far vivere il gioco davanti alla fatica, come la bianca spuma davanti alle onde.
Se durante l’allenamento i ragazzi non si divertono, il domani per loro sarà ancora più pesante.
Quanto pesa la borsa degli indumenti quando ci si va ad allenare contro voglia! All’allenatore non sono consentite disattenzioni.
La sincerità, la sua onestà, la sua capacità di interpretare il calcio, tutto questo deve parlare dai suoi occhi.
Deve essere affettuoso con tutti, ma ancora di più deve esserlo con coloro che non giocano e con chi ha problemi, che il più delle volte non è compreso neanche dai suoi compagni.
Quando un allenatore è stimato ed amato anche i giocatori seduti in panchina, alla fine di un incontro vinto, sono i primi ad abbracciarlo ed a complimentarsi con lui.
Lui deve essere anche un uomo saggio poiché attraverso l’insegnamento tecnico- tattico deve saper dare insegnamenti di vita, perché a volte basta una parola per liberare un giovane dall’assedio della tristezza.
Deve saper ascoltare tutti senza venir mai meno alle proprie convinzioni acquisite e sperimentate.
A lui non è consentito “sbagliare”.
Ogni decisione, ogni risposta deve essere presa e data con una giusta logica.
Affinché detta capacità di determinazione diventi necessaria, anzi indispensabile, quando deve prendere una decisione importante che lo porta poi ad essere il più solo e lo rende impenetrabile perfino alla donna che ama.
Solo così, pur passando gli anni, la figura di un allenatore rimarrà per sempre all'entrata della nostra memoria
0 Comments